SONY FE 300mm F2.8 GM OSS: Primo contatto

SONY FE 300mm F2.8 GM OSS: Primo contatto

Test e attrezzature

Leone

Si tratta di un obiettivo veramente unico, al momento. Prima ancora che sul campo, già a un primo contatto materiale. Per chi ha esperienza di queste ottiche, basta prenderlo in mano per rimanere molto meravigliati. Le dimensioni, dovendo sottostare a requisiti di geometria ottica, sono nella media. Ma il peso è veramente esiguo. Per fare un esempio, queste ottiche solitamente si posizionano poco sotto i 3kg. Qui siamo al di sotto di 1.5kg. Praticamente la metà. Un risultato assolutamente eccezionale.

Inoltre, come è possibile vedere nell’immagine successiva (in alto il Sony, in basso un modello Nikon), i vetri Super ED con cui è costruito, oltre a essere più sottili, sono concentrati centralmente/posteriormente. Diversamente da prima, quando erano concentrati anteriormente/centralmente. Risultando le lenti di diametro inferiore, il posizionamento arretrato, oltre ad alleggerirla, rende l’ottica molto più bilanciata (ed anche meno costosa da produrre, come dimostra il costo dell’eccezionale pezzo Sony). Per questioni attinenti la geometria delle masse in gioco, poi, i vari movimenti di rotazione del sistema obiettivo-fotocamera sono più agevoli, e il brandeggio risulta facilitato.

Confronto schema ottico SONY FE 300mm F2.8 GM OSS vs Af Nikkor 300/2.8

Insomma, traslazioni (dunque trasporto) facilitate per la minore massa (minore inerzia). Rotazioni e brandeggi agevolati, oltre che per la minore massa, soprattutto per la concentrazione delle lenti (minore momento d’inerzia). Questo obiettivo, unito a corpi compatti e leggeri con prestazioni top (α9x, α1, α7rx), anche moltiplicato, risulta quanto di più manovrabile e gestibile nell’uso a mano libera si possa trovare in circolazione con questa lunghezza focale e questa luminosità.

Per un prodotto di questo livello, anche la costruzione, ovviamente, non può essere meno che ineccepibile, sotto ogni aspetto. Lega di magnesio per massimizzare la resistenza e la protezione dei componenti interni, oltre alla durabilità, e alla riduzione di peso. Guarnizioni in ogni punto potenzialmente critico contro umidità e polveri, garantiscono affidabilità in condizioni impegnative in esterni.

SONY FE 300mm F2.8 GM OSS su Sony α1 (ILCE-1) (Guarnizioni contro umidità e polveri)


Dal punto di vista funzionale, il 300/2.8 GM monta due motori lineari XD (eXtreme Dynamic) ad altissima velocità ed elevata potenza, uniti ad un avanzato algoritmo di controllo. Tutto ciò permette grande rapidità e precisione nell’inseguimento di soggetti molto veloci, anche con raffiche ad elevatissima frequenza. Oltre ad un’estrema silenziosità di funzionamento. L’af è infatti istantaneo e assolutamente silenzioso.

SONY FE 300mm F2.8 GM OSS su Sony α1 (ILCE-1) (Motori lineari XD)


La stabilizzazione è coordinata tra corpo macchina e obiettivo. Ne consegue la possibilità di effettuare scatti con tempi solitamente proibitivi a mano libera. Sebbene il sistema di stabilizzazione OSS (Optical SteadyShot) sia ottimo per ridurre la sfocatura da mosso introdotta dal movimento della fotocamera, in realtà è utile anche per inquadrare e mettere a fuoco con precisione i soggetti nel mirino. Stabilizzatore e af lavorano infatti in sinergia, ciò che è di grande ausilio nell’ottenere una superiore precisione della messa a fuoco. Il sistema af si giova del fatto che durante la ricerca del fuoco l’immagine è estremamente stabile, cioè proprio ferma. Sony non dice quanti stop di assistenza siano disponibili, ma la differenza nel mirino è ben evidente. Sono presenti 3 modalità di stabilizzazione: 1 (standard), 2 (panoramica, stabilizzazione in una sola direzione) e 3 (attiva solo al momento dello scatto, allo scopo di ridurre il consumo della batteria). L'interruttore sull'obiettivo controlla contemporaneamente sia l'obiettivo che il sistema di stabilizzazione dell'immagine nel corpo.

Profilo lente con comandi
Più avanti diremo meglio della stabilizzazione e del comportamento effettivo in situazioni di lavoro.

SUL CAMPO

Primo contatto. Mentre scriviamo non disponiamo ancora di questo eccezionale obiettivo, per cui quello testato è dell’amico Domenico Margarese, che lo ha già da alcuni mesi, lo conosce bene, e gentilmente lo ha messo a disposizione in alcune bellissime escursioni. L’occasione sono alcuni viaggi fotografici effettuati in Sicilia, alla ricerca di soggetti naturalistici di particolare pregio, come i rapaci di grande e piccola taglia presenti sull’isola, di cui Mimmo ha ben cognizione. Al di là della bellezza e del pregio di questi ormai rari o molto rari animali, riteniamo tali prove, svoltesi sul finire dell’inverno e in primavera avanzata, altamente significative per testare in maniera approfondita questo importante obiettivo della linea Sony. Scatti effettuati a diverse distanze di ripresa. Ritaglio 16:9.

Grifone eurasiatico (Gyps fulvus) in voloGrifone eurasiatico - SONY FE 300mm F2.8 GM OSS – Sony a1 1/3200s f/4 iso 640, mano libera


Grifone eurasiatico (Gyps fulvus) in voloGrifone eurasiatico - SONY FE 300mm F2.8 GM OSS + Sony Fe 2x – Sony a1 1/3200s f/6.3 iso 1600. Mano libera. Modalità aps-c, 900mm equivalenti


Grifone eurasiatico (Gyps fulvus) in voloGrifone eurasiatico - SONY FE 300mm F2.8 GM OSS + Sony Fe 2x – Sony a1 1/3200s f/6.3 iso1600, mano libera


Grifone in voloGrifone eurasiatico SONY FE 300mm F2.8 GM OSS + Sony Fe 2x – Sony a1 1/3200s f/6.3 iso1600, mano libera


Grifone eurasiatico (Gyps fulvus)Grifone eurasiatico - SONY FE 300mm F2.8 GM OSS + Sony Fe 2x – Sony a1 1/3200s f/6.3 iso 1600, mano libera. Modalità aps-c, 900mm equivalenti


Asfodelo montanoAsfodelo montano SONY FE 300mm F2.8 GM OSS + Sony Fe 2x – Sony a1 1/3200s f/6.3 iso1600, mano libera 4


Cavalli sanfratellaniSONY FE 300mm F2.8 GM OSS + Sony Fe 2x – Sony a7r5 1/3200s f/5.6 iso 400, mano libera. Cavalli sanfratellani, presenti allo stato brado sui monti Nebrodi, ripresi a grande distanza (790m misurati). Notevolissima resa della combo 300+a7r5 da 61mp, con 2x. Crop. Nell’originale, su monitor 4k si riconoscono perfettamente i distinti peli delle criniere e i singoli fili d’erba.


Tutti gli scatti sono effettuati a distanze diverse, con obiettivo liscio e moltiplicatori. Sempre pulito e visivamente molto bello il contributo dello sfocato.

Le condizioni di queste prove sono state sufficienti per mettere sotto torchio, oltre che il fantastico 300 GM, ancora una volta tutte le altre attrezzature Sony utilizzate per l’occasione, (200-600, 70-200II, 100STF, 35GM, 18 Batis, fotocamere α1, α7r5), che hanno superato correttamente le condizioni ambientali, spesso avverse, come elevata umidità e pioggia in inverno, e perfino temperature calde in tarda primavera. Su tutte queste attrezzature torneremo approfonditamente in seguito.

Tutte le caratteristiche descritte vanno sempre verificate sul campo, ovviamente. Proprio laddove l’obiettivo è ancora più entusiasmante. Inutile parlare della resa ottica. Non ci sono grafici, mtf e quant’altro che possano descriverlo meglio degli scatti che riesce a fornire. Come è possibile vedere, le immagini sono quanto di meglio si possa ottenere. Fin dal diaframma 2.8 la qualità è elevatissima e non c’è alcun bisogno di chiudere il diaframma per avere risultati migliori, se non per aumentare la profondità di campo.

Come si diceva, il sistema AF della fotocamera può produrre una migliore precisione di messa a fuoco se l'immagine su cui lavora è stabilizzata. Il risultato è una capacità del sistema di maf di discernere al meglio i soggetti, ciò che si trasforma in un’accuratezza superiore della messa a fuoco, specialmente in situazioni molto dinamiche e con raffiche elevatissime. E soprattutto con ottiche lunghe o lunghissime, che poi sono quelle maggiormente usate in questo tipo di fotografia, cosiddetta b.i.f., (sempre a mano libera, per la massima manovrabilità in situazioni in cui anche solo tenere il soggetto inquadrato risulta difficile). Accuratezza superiore che si traduce come in un incremento della qualità ottica stessa. Laddove, tra l’altro, la qualità ottica è solo uno dei tanti elementi che contribuiscono a formare l’immagine. Infatti, soprattutto in questo genere fotografico, occorre mettere in conto anche molto altro:

  • Caratteristiche dell’aria presente, più o meno umida, che produce un primo effetto lente;
  • Aria più o meno ferma per la presenza di correnti calde, altro effetto lente;
  • Presenza di insetti (da non sottovalutare in determinate situazioni), invisibili o quasi ad occhio nudo, ma che ingannano l’af e/o deteriorano l’immagine;
  • Tipologia e qualità della luce presente;
  • Capacità del fotografo di gestire correttamente il sistema fotocamera-obiettivo (settaggio del corpo, del sistema af, cura nella scelta della coppia tempo-diaframma e della sensibilità ISO, impostazione dell’obiettivo, abilità nel brandeggio, etc..).

Tutti questi effetti possono minare anche molto la qualità dell’immagine finale. Soprattutto poi se la bif è, come in questo caso, estrema, per i luoghi, spesso molto impervi, e per i soggetti, rari e molto sospettosi (non il caso dei grifoni, quasi tutti imprintati e confidenti, in talune condizioni), dunque mai a distanza ravvicinata e spesso veloci o velocissimi. Non ingannino le immagini che si vedono spesso di rare aquile molto vicine, in posa su suggestivi posatoi o che sfarfallano come graziose cince alla mangiatoia, in quanto molto spesso proprio di questo si tratta, luoghi di pasturazione costante cui gli animali si abituano e di cui diventano purtroppo presto dipendenti. Laddove le condizioni di ripresa sono molto semplici, non molto differenti da quelle della paperella al laghetto. Un rapace veramente selvatico molto, molto raramente concede distanze così ravvicinate, e ci vuole molta, moltissima competenza, ed esperienza, per raggiungere tali risultati in situazioni naturali.

Ebbene, l’obiettivo 300/2.8 GM è quanto di meglio disponibile per un uso rapido e garantito e, con un corpo macchina adeguato, praticamente a prova di errore.

A vedere certe prove strumentali presenti sul web, ad esempio quelle di TDP, il comportamento ottico del 300 GM, anche moltiplicato, sembrerebbe nella media, comunque elevata, paragonato ad altri mostri sacri, come ad esempio i corrispondenti Canon e Nikon. A suo tempo posseduti, provati e che reputo otticamente eccellenti. Ma piuttosto che a prove di laboratorio (in generale utili e corrette, per carità, ma effettuate in condizioni controllate, molto diverse dall’utilizzo reale, e soprattutto sempre ad un’unica distanza di messa a fuoco, per giunta breve), vorrei qui stigmatizzare i risultati ottenibili con questo obiettivo sul campo. Ovviamente accoppiato alle macchine per cui è stato pensato, ossia quelle coeve, di ultima generazione, principalmente a9III e a1, ma anche a9 e a9II, e pure a7r5, (nel suo “piccolo”, ma solo in termini di raffica). Utilizzarlo su macchine diverse porta comunque risultati eccellenti, ma ne può mortificare un aspetto veramente fuori dall’ordinario, ossia quello velocistico che, su un’ottica come il 300/2.8, per gli scatti per cui è stato concepito e realizzato, è fondamentale.

Il comportamento di questo obiettivo sul campo è veramente straordinario. L’interazione tra dimensioni, peso, af, stabilizzazione e prestazioni delle fotocamere succitate, ne fanno un complesso da ripresa estremamente prestante. Con duplicatore (2,0 X) SEL20TC, si dispone di un potentissimo 600mm f5.6 che si può tenere con due dita e portare all’occhio in tempi molto ridotti (per poi magari seguire le evoluzioni di un soggetto velocissimo e con traiettoria estremamente variabile). Oltretutto con dimensioni (ancora più piccolo l'1.4x) veramente esigue, e peso conseguente. Talmente piccoli e leggeri, questi straordinari moltiplicatori, da non modificare l'equilibrio risultante se non in minima parte, in maniera praticamente inavvertibile. E con risultati entusiasmanti. Tornando al 300/2.8 con duplicatore, se usato ad esempio con una a1 o a9III, la macchina esegue la messa a fuoco, correggendola in tempo reale, ben 120 volte al secondo. Questo dà modo al sistema, durante una velocissima raffica, di ottenere fotogrammi perfettamente a fuoco anche dopo incidentali condizioni di maf mancata. Il che permette di avere, ad esempio in una sequenza particolarmente complessa, magari anche qualche fotogramma fuori fuoco, cosa che però viene istantaneamente corretta nel fotogramma successivo senza alcun problema. Mentre solitamente quello che accade spesso è che, perso il fuoco, il sistema impieghi un certo tempo ad accorgersene e correggere, ciò che inficia la ripresa di un soggetto rapido. Oppure, anche questo molto spesso, che non riesca proprio a correggersi (al che conviene piuttosto rilasciare il tasto di scatto e ricominciare da zero l’operazione di ricerca e aggancio del soggetto). Con questo obiettivo e con queste macchine invece è possibile seguire semplicemente il soggetto (con regolazione dell’af su tutto il fotogramma) tenendo premuto il pulsante con la certezza che, in caso di perdita del fuoco, il sistema riuscirà a riagganciarlo in una frazione di secondo (1-2 cicli al massimo; ossia, in base alla frequenza di scatto scelta, se 10-20-30-60-120 fs, rispettivamente 1/10-1/20-1/30-1/60-1/120s). Ad esempio, nel caso di una raffica a 30 fs, il sistema si correggerà in 1/30s (avendo però la possibilità di misurare la maf almeno 4 volte), dunque da un fotogramma all’altro. In pratica, nella raffica si troveranno, dopo altri fotogrammi corretti, magari 1-2 fotogrammi non perfetti, dopodiché i successivi saranno di nuovo corretti come i precedenti e così via. Impensabile fino a poco tempo fa (e pure tuttora). Insomma, la velocità di maf, noi lo abbiamo provato con a1 e a7r5, è qualcosa di mai visto. Non tanto e non solo nella solita prova da infinito alla minima distanza di messa a fuoco. Quanto proprio nell’uso reale, quando le variazioni di distanza non sono estreme, ma normali. In queste condizioni, praticamente, molto spesso nemmeno si avvertono i cambiamenti di fuoco ma, semplicemente, il soggetto risulta sempre nitido, costantemente. Oppure a volte si scatta al volo, in situazioni particolari, senza aver dato tempo al sistema di mettere a fuoco, e lo si percepisce, a mirino. E poi invece le foto risultano tutte a fuoco. Il sistema macchina più obiettivo segue costantemente qualunque soggetto a qualunque velocità “terrena”, ed è possibile scattare con continuità senza minimamente preoccuparsi della maf. Come detto, qualche scatto può risultare non perfettamente focheggiato ma, perdere uno-due fotogrammi non è certo un problema, visto che i precedenti e i successivi saranno perfetti. Oltretutto, la perdita di 1-2 scatti non impedisce nemmeno la scomposizione del movimento, viste le cadenze disponibili, di 20-30 o anche più fps, fino a 120 (con a9III).

Col duplicatore, come si diceva, le prestazioni sono entusiasmanti. A partire proprio dall’af, che non sembra risentire minimamente dell’aggiuntivo ottico. Della qualità ottica, con le premesse di prima, non sto neanche a parlare. Ormai questo aspetto, già con un’ottica economica come il 200-600, è perfino ridondante per qualunque utilizzo si pensi di farne. In ogni caso è eccezionale e nettamente superiore a quella dell’ottimo zoom, ovviamente, soprattutto nei controluce e in quelle rare condizioni di luce in cui lo zoom cede e manifesta qualche frangia violacea sui contorni. Ma sono altri gli aspetti da sottolineare. Il primo è la disponibilità di un 600/5.6 di soli 1670g, meno di 1,7kg, da non credere. Con il plus, a questo peso, di essere un’ottica non diffrattiva, e dunque della massima qualità e senza alcuna limitazione ottica, anzi, con una qualità ottica favolosa, sia liscia che moltiplicata. Bilanciatissimo. Con possibilità di brandeggio estreme. Accoppiato ai giusti corpi, con un af stratosferico che consente prestazioni non ancora disponibili altrove.

Sony, come fatto già a suo tempo col 200-600, ridefinisce con questo obiettivo i nuovi standard di prestazioni per la categoria. Leggerezza, velocità, qualità ottica liscio e moltiplicato, anche con 2x, robustezza.

Col moltiplicatore 1.4x, ovviamente, le cose sono ancora più estreme. L’obiettivo lo digerisce totalmente, come se non ci fosse. Se è possibile, ancora più leggero, veloce, inciso. All’occorrenza si dispone di un 420mm f4 a dir poco stellare.

Continuando ormai all’incontrario, eccoci all’obiettivo liscio. Che dire. Tutto quanto detto finora, ancora più amplificato. Antonio, mentre lo provava liscio facendo alcuni paesaggi, ha fatto un paio di scatti a un gheppio di passaggio non troppo lontano, ma comunque non talmente vicino da meritare una ripresa seria a 300mm. Chiaramente, con soli 6 ingrandimenti, le dimensioni sul fotogramma sono esigue. Ma, complice il corpo macchina, la qualità del file da 51mp e la messa a fuoco chirurgica, e comunque al di là della stessa prestazione stellare della a1, la resa è risultata talmente nitida da permettere di osservare l’immagine a monitor ben oltre il 100% di ingrandimento senza che si percepisca il deterioramento che ci si aspetterebbe. In pratica con questa accoppiata, anche con obiettivo liscio, non è escluso fare scatti di bif in cui il sistema rende oltre il massimo delle comuni potenzialità di un’ottica simile.

GHEPPIO - Sony FE 300mm F2.8 GM OSS, a1, 1/2000s f/2.8, iso125, mano libera (A)
Gheppio sulle falesieGHEPPIO - SONY FE 300mm F2.8 GM OSS, Sony a1, 1/2000s f/2.8, iso125, mano libera ritaglio dell’immagine precedente (A)

Ma al di là di ogni cosa, è il funzionamento col 2x a lasciare meravigliati. Finora, solo l’1.4x era il moltiplicatore da poter usare con certezza di ottimi risultati, molto simili alla resa da lisci.

Per chi voleva fare ad esempio avifauna impegnativa, l’uso del 300/2.8 non era consigliabile, risultando nettamente migliori obiettivi di focale maggiore, 500-600, o addirittura 800mm, cosa che abbiamo sperimentato per decenni. Con l’idea base di non usare moltiplicatori, segnatamente il 2x, per evitarne il calo di resa corrispondente, soprattutto a distanze elevate. Il 300/2.8 duplicato in avifauna veniva visto più come un generico tuttofare. L’amico Gori, ad esempio, che ha usato il 300/2.8 per oltre 15 anni come unico tele fisso, ha sempre preferito l’accoppiata aps-c+1.4x, piuttosto che ff+2x, di cui pure disponeva. Adesso invece, col 300 GM, anche l’uso del 2x risulta perfettamente abilitato senza timore di un avvertibile peggioramento dei risultati.

Riguardo a leggende metropolitane (totalmente infondate) di una resa non elevata del 2x, riteniamo siano state motivate da altri fattori. Imperizia, per cominciare (quasi sicuramente, non tutti riescono a gestire un potente 600mm a mano libera). Forse (ma molto, molto improbabile) un 2x difettoso. Basta che vi sia anche un solo utente poco competente e inconsapevole, che magari lo ha solo provato per poco, a ipotizzarlo, che grazie all’amplificazione degli haters sul web diventa una realtà. Fatto sta che nel nostro uso sul campo questa accoppiata 300+2x, sia con a1 che con a7r5, ha dato risultati entusiasmanti. Innanzitutto per l’elevata qualità del 2x. Oppure dipende dal 300mm: ha una tale qualità ottica che il pur naturale degrado dovuto all’introduzione del tc non riesce a diminuire comunque in maniera sensibile il risultato finale. Ma penso trattarsi di entrambi. Ottica eccelsa e duplicatore di altissima resa ottica. Questo permette di acquisire questo obiettivo anche con l’idea di usarlo costantemente duplicato, come fatto da Mimmo (e come faremo noi, appena arriva). Ad esempio in riprese di avifauna rara e diffidente, come abbiamo sperimentato personalmente e appunto con l’amico Mimmo.

Dunque Sony fa la mossa del cavallo, e cambia il paradigma della moltiplicazione del 300/2.8, per cui il 2x può essere usato normalmente senza apprezzabile perdita di qualità.

Il noto costruttore di play station, come già a suo tempo col 200-600, anche stavolta con un solo obiettivo riesce a sparigliare completamente le carte.

E con i suoi moltiplicatori, è possibile disporre realmente di tre supertele dalle massime prestazioni. 300/2.8, 420/4 e 600/5.6. Ma volendo proprio allungare al massimo e andare oltre, per soggetti che tendono a rimanere sempre lontani, a7r5 e a1 con le loro risoluzioni record (vero, nessun dei diretti concorrenti, Canon e Nikon, riesce a raggiungere questi livelli di risoluzione), permettono generosi crop in modalità aps-c, generando ottimi file da 27mp e 23mp, e focale equivalente di 900mm, con cui ci si può tranquillamente accontentare e surrogare convenientemente un eccezionale, ma pesantissimo, 800/5.6. Tutto questo con dimensioni e pesi da record ineguagliato. Ma attenzione, oltre a quanto detto, c’è un altro elemento non secondario, anzi fondamentale. Un prezzo sempre elevato, ovviamente, ma veramente concorrenziale, anche appena presentato, di 6500€. Che non potrà che scendere. Quindi, proprio come col 200-600, un obiettivo dalle caratteristiche straordinarie, ad un prezzo eccezionale.

Poiché, come detto, mentre scriviamo, il nostro esemplare ancora deve arrivare, quello che abbiamo provato più volte è dell’amico Mimmo (Domenico Margarese), che lo usa costantemente da alcuni mesi. Diamo allora a lui la parola per avere le sue impressioni.

(Alcedo Photo Art): Rispetto ai teleobiettivi da te usati in precedenza sugli stessi soggetti, che impressioni d’uso generali hai avuto?

(Domenico Margarese): Quella di avere in mano un’ottica di pregio e di qualità altissima. In precedenza ho avuto i Canon 500 f4 e 600 is che a me risultano inferiori sia nella velocità che nell’aggancio e soprattutto come resa con i moltiplicatori. Altra nota positiva, l’autofocus molto veloce e preciso, non sbaglia un colpo.

Gruccione lateraleGruccione SONY FE 300mm F2.8 GM OSS – Sony a1 1/3200s f/2.8 iso400 mano libera (DM)

(APA): Parlaci della resa ottica nelle varie situazioni, vicino, lontano, da liscio e moltiplicato.

(DM): Mi ha colpito per la grande risolvenza e stacco dei piani con sfondo bello pastoso, scattando all’infinito sia liscio che con il 2x. Anche nelle peggiori condizioni, riesce a risolvere dettagli di soggetti piccolissimi in maniera inaspettata. Ingrandendolo, si riesce a vedere perfettamente tutto il piumaggio perfino in un soggetto grande come un puntino. Per confronto, il pur ottimo 200-600 a volte impasta e non riesce a separare i dettagli finissimi. Altra nota positiva riguarda la correzione di questa lente, sempre immagini perfette senza vignettatura o aberrazioni varie. Non ha nessuna dominante di colore, inoltre la resa del file rispetto al 200-600 risulta più chiara e nitida anche con il 2x, con tonalità di colore più gradevoli.

Falco pellegrino dal bassoFALCO PELLEGRINO SONY FE 300mm F2.8 GM OSS + Sony Fe 1.4x – Sony a1 1/3200s f/4 iso 400 mano libera (DM)

(APA.): Come ti sembra l’af da liscio? Come ti sembra l’af coi moltiplicatori? Noti differenze tra l'af con l'obiettivo liscio e coi moltiplicatori?

(DM): No, nessuna differenza di velocità ed aggancio tra liscio e moltiplicato! In tre mesi di sessioni fotografiche con oltre 1000 foto in ogni uscita (quasi tutti i giorni, con punte di 1400 scatti) raramente ho trovato un’immagine sbagliata dall’autofocus. Provato su aquile e pellegrini (alle velocità che sappiamo) sempre con il 2x attaccato, risulta velocissimo nell’inseguimento ed aggancio, con colori e contrasti da favola.

Falco pellegrino lateraleFALCO PELLEGRINO SONY FE 300mm F2.8 GM OSS + Sony Fe 1.4x – Sony a1 1/3200s f/4 iso800 mano libera (DM)

(APA): Come ti trovi con la gestione della luminosità?

(DM): Rispetto, ad esempio, al 200-600, che è l’ultimo supertele nativo che ho usato a lungo, è parecchio più luminoso: nelle stesse situazioni di scatto, quando con il 200-600 a f6.3 la sensibilità con cui la macchina scatta è 6400 iso, con il 300+2x a f5.6 risulta 3200iso. Resta sempre un’ottica rapidissima e decisa; anche in scarsa luce con il 2x mantiene un file inciso e dettagliato.

(APA): Probabilmente, anche se la differenza tra f6.3 ed f5.6 non è grande, bisogna vedere il T reale, cioè la luminosità che risulta dalla effettiva quantità di luce che raggiunge il sensore, anche in base alla diversa tipologia delle lenti impiegate. Il fisso, ovviamente, tra le altre cose ha una superiore trasmissione della luce.

Falco pellegrino in cabrataFALCO PELLEGRINO Sony A1 + Sony 300mm f/2.8 + TC2x mano libera (DM)

(APA): Come ti sembra la resa ai diversi diaframmi, soprattutto moltiplicato?

(DM): Lo uso sempre a tutta apertura, sia liscio che con i moltiplicatori, ad esempio col 2x a 5,6 perchè chiudendo anche a f8 non noto miglioramenti tangibili, tranne la profondità di campo, se serve, mentre a mio avviso con sfondo il cielo, è inutile. In questo modo si hanno sempre soggetti ben delineati e definiti con dettagli spettacolari. Col 200-600, invece, pur ottenendo ottimi risultati anche a ta, preferivo chiudere a f7.1, perchè trovavo che la resa migliorava.

Coturnice lateraleCOTURNICE Sony FE 300mm f/2.8 GM OSS con Sony FE 2.0x, Sony A1, 1/640 f/5.6, ISO 1600, mano libera (DM)

Coturnice frontaleCOTURNICE Sony FE 300mm f/2.8 GM OSS con Sony FE 2.0x, Sony A1, 1/640 f/5.6, ISO 1600, mano libera (DM)

(APA): Come ti trovi nel brandeggio?

(DM): Altra cosa importante per il mio modo di fotografare. È un’ottica fantastica, da questo punto di vista. Studiato molto bene in fase di progettazione. Prima che uscisse questo obiettivo, pensando a un fisso ero orientato al 600/4 GM, indubbiamente un obiettivo molto importante di Sony, in tutti i sensi. Poi, alla presentazione del 300 GM, ho cominciato a cambiare idea, attratto dalle caratteristiche notevoli che venivano annunciate, così mi sono deciso. Alla fine, ho speso meno della metà e ci faccio più o meno le stesse cose …. Anzi, col 300 la versatilità è molto maggiore, con dimensioni e peso ridottissimi, ho comunque in pratica tre ottiche in una, 300/2.8 e, coi moltiplicatori 420/4 e 600/5.6, sempre mantenendo una qualità molto elevata. Per quanto detto, lo straconsiglio a tutti, ma principalmente a chi non vuole portarsi dietro zaini da 7-10 kg. Qua, corpo macchina e ottica coi moltiplicatori vanno a circa 2.6 kg. Con una bottiglietta d’acqua, panini e quello che si vuole, siamo a 3.5-4 kg, da non credere. Tornando alla domanda, sul campo, soprattutto per bif veloce, come pellegrini in picchiata e aquile, se ne possono apprezzare le potenzialità …. Mi riferisco proprio al brandeggio e alla velocità nel seguire i soggetti a mano libera, laddove risulta superiore, e di molto, anche all’ottimo 200-600. Ho notato che nel mio genere fotografico e nei miei capanni spesso le aquile notano le dimensioni della lente frontale e cominciano ad essere diffidenti, cosa che sarebbe ancora più accentuata con un’ottica come un 600 f4 con quasi 20 cm di diametro, pertanto è da preferire per questo tipo di fotografia. Il fisso lo vedo meglio in capanni ben organizzati e comunque da appostamento, dove può far valere meglio il suo allungo, posizionato stabilmente su solido cavalletto. La cosa che invece ho notato molte volte è che, dopo avere fatto tanta strada, al ritorno, una volta arrivato in macchina lo zaino era talmente leggero …. che mi chiedevo se non avessi dimenticato qualche attrezzo nell’appostamento e per togliermi ogni dubbio dovevo aprire lo zaino e controllare😂🤣

Rondine allRONDINE SONY FE 300mm F2.8 GM OSS + Sony Fe 2x, Sony a1, 1/3200s f/4, iso3200, mano libera (DM)


(APA): Facci qualche esempio di soggetti che hai ripreso, e in che situazione.

(DM): Ho scattato in situazioni di luce scarsa come pareti di aquile esposte a nord, oppure sul finire del giorno. Nelle stesse situazioni, con 500-600 f 4 canon e 1dx mk2 portavo a casa pochissimi scatti discreti all’anno, mentre con a1 e 300+2x ad ogni uscita è difficile trovarne sbagliati… Con a1 si riesce a scattare anche a 12800 iso con risultati notevoli. Questo mi ha fatto desistere dallo spendere 14000 euro per il 600 f4, anche perchè all’aumentare della distanza di ripresa aumentano rifrazioni e problemi legati alla pulizia dell’aria. Insomma, queste ottiche le vedo meglio, magari moltiplicate, per soggetti su posatoio da capanno.

Scheda tecnica

Edit. Il 300/2.8 Sony nel frattempo è arrivato. Lo stiamo provando intensamente e continueremo a farlo per tutta l'estate su soggetti adeguati, torneremo approfonditamente sull'argomento in autunno.

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Ilmagomaghetto avatar

Lente eccellente direi un capolavoro nel rapporto pesi ingombri e prestazioni , spero che un prossimo ed eventuale 500 f4 ne ricalchi lo schema ottico ed anche l aggiornamento d un eventuale 400 2,8 segua questa linea .

Fin dagli anni 70, ho vissuto la fotografia in silenzio e solitudine, come ricerca personale. Ora ho modo di condividerla con mio figlio e tanti amici, il modo migliore per praticarla