SONY FE 400-800mm F6.3-8 G OSS   (Presentazione ufficiale)

SONY FE 400-800mm F6.3-8 G OSS (Presentazione ufficiale)

Test e attrezzature

Leone

In attesa di avere materialmente in mano l’obiettivo, commentiamo i dati, finalmente ufficiali, diffusi da Sony, e le prime impressioni d’uso dei moltissimi che l’hanno avuto in prova. Tra tutti questi abbiamo scelto di dare peso alle considerazioni di quelli un po’ più affidabili e che sono effettivamente fotografi di natura, uno dei generi cui senz’altro è votato lo zoom in questione.

Le ottiche Sony si sono da subito contraddistinte per una qualità molto elevata, sempre crescente, mano a mano che venivano aggiornate. La cosa ha raggiunto livelli altissimi negli ultimi 5-6 anni, tanto più quando si trattava di nuove generazioni. Diversamente da altri costruttori, in cui tra un modello e il successivo, non sempre, ma a volte si stenta a percepire un chiaro miglioramento, a partire dalla resa ottica. Nella politica Sony invece si intravede una forte determinazione nel realizzare ogni volta un progresso nettamente avvertibile di tutte le caratteristiche. Per cui le ottiche di ultima generazione risultano sempre otticamente e meccanicamente validissime, nettamente migliori delle precedenti, insieme a una forte tendenza a una costante diminuzione di dimensioni e pesi. Il tutto unito a prezzi quasi sempre competitivi, o al massimo allineati alla concorrenza. Analizziamo dunque le principali caratteristiche di questo interessante obiettivo.

1. Primo obiettivo Sony da 800mm

Si tratta del primo obiettivo Sony a superare nativamente la barriera dei 600mm. Finora possibile solo con l’aggiunta dei moltiplicatori, cogli zoom 100-400 e 200-600, e coi supertele fissi 400 e 600mm.

Ora è possibile arrivare a 800mm senza alcun accessorio, a favore della semplicità d’uso e soprattutto della qualità di immagine. Giacché sempre l’aggiunta di un ulteriore sistema ottico estraneo, inevitabilmente, non fa altro che degradare, in misura maggiore o minore, la qualità dell'immagine.

Sony FE 400-800mm f/6.3-8 G OSS, primo obiettivo di Sony a raggiungere la focale di 800mm
2. Escursione focale 2x (400mm -> 800mm)

Non si tratta di una grande escursione focale, niente a che vedere con altri zoom 4x o 5x della concorrenza. Una maggiore escursione zoom risulta più versatile e consente un uso più generalistico. Ma questo comporta di solito maggiore complessità di realizzazione, insieme ad un aumento di dimensioni e peso, e costi, a parità di tutto (lunghezza focale, luminosità, caratteristiche costruttive, prestazioni). In questo caso si è evidentemente optato verso un’ottica molto specialistica, con un range di focali ridotto, da supertele a ipertele. Tutta l’escursione possibile, 400, 500, 600, 700, 800mm, infatti è dedicata agli ingrandimenti maggiori, destinando così questo zoom alla ripresa di soggetti lontani, o molto piccoli. Ideale per la fotografia di animali a distanza in situazioni di difficoltà di ripresa e/o avvicinamento ai soggetti (grazie anche alle dimensioni e al peso tutto sommato non esorbitanti). Ideale, ad esempio, per uccelli in movimento.

3. Luminosità f6.3-8

Molti commenti negativi, in proposito. Ci si aspettava di più. Certo, "sempre meglio pane, burro e marmellata, piuttosto che un tozzo di pane secco" (Catalano). Tuttavia occorre fare alcune considerazioni. Molti, tra cui noi, ovviamente, avrebbero preferito un f5.6/6.3, come il 200-600. Ma il punto è un altro. Che peso avrebbe avuto in tal caso, e che dimensioni? Saremmo stati vicino almeno ai 3kg. Più del 400/2.8GM e pericolosamente vicino al 600/4GM. Inaccettabile per me, e per tanti. Anzi, personalmente, pur di scendere col peso, mi sarei accontentato tranquillamente di un fisso 800/8.

Molti poi si sono lamentati del fatto che a 600mm non sia nemmeno f6.3, ma solo 7.1.

La luminosità effettiva sarebbe così distribuita:

400-480mm -> f6.3 480-588mm -> f7.1 588-800mm -> f8.0

Dico “sarebbe” perché questi sono solo i valori mostrati dagli exif della macchina, giustamente molto semplificati. Anche perché, trovare la magagna di essere il 400-800 meno luminoso a 600mm è quasi ininfluente, per più ragioni. La prima è che anche il 200-600 a 600mm non è f6.3, anche perché a 600mm nemmeno ci arriva. È un po' più corto in realtà, di poco. Dicono sia 550-60-70mm alla massima focale. Dunque supponiamo un 570mm f/6.3. Ma in realtà non è neanche vero che il 400-800 a 588mm sia f7.1 e a 589 diventi di colpo f8. Nella realtà non ci sono questi salti quantizzati, ma la luminosità diminuisce al crescere della focale in maniera continua con una determinata legge, che non ci è dato conoscere, ma certamente non lineare. Sicuramente non varia a scatti. Pertanto ragionare sulla bontà di un obiettivo, sulla sua maggiore o minore luminosità a questi livelli, dice poco. Criticare perché non è f7.1 a 600mm, ma “solo fino a 588mm”, è una questione di lana caprina, totalmente inutile agli effetti fotografici veri, cioè sul campo. In quanto, grazie alle fotocamere di recenti generazioni, e ai software attuali, 10 o 20mm di focale, 1/3 o 1/2 di diaframma, spostano ben poco. Dunque, per i generi verso cui questo obiettivo è votato, con condizioni di luce buona, perfino la luminosità f8 è ampiamente sufficiente, altro che 6.3 o 7.1. Da questo punto di vista, come dicevo, mi sarei accontentato tranquillamente di un 800/8, pur di guadagnare in peso e dimensioni.

In ogni caso basta vedere le splendide e difficili foto scattate dai più seri tester, alla fine solo quelle contano veramente.

4. Dimensioni e peso

Dimensioni (DxL): 119.8x346mm Peso: 2475g

La focale massima per un Sony, 800mm, è stata ottenuta senza aumentare più di tanto dimensioni e peso. Che ovviamente eccedono i valori del 200-600. E vorrei vedere. Si tratta comunque di poche centinaia di grammi, 360g. Che potrebbero essere anche meno. Il peso del 200-600 è infatti calcolato senza il piedino, che si può togliere anche manualmente, senza bisogno di utensili, quindi il peso reale è maggiore di quanto dichiarato. Invece quello del 400-800 è fisso, dunque il peso ufficiale potrebbe comprendere quello del piedino. In ogni caso si tratterà di qualche decina di grammi, non più. Una differenza poi di quasi 3cm in lunghezza e meno di un cm di diametro. Insomma, le differenze ci sono, ma non grandi. Chi è abituato al 200-600 non dovrebbe avere problemi. Grande invece la differenza, per restare in Sony, col 300/2.8, che usiamo duplicato in avifauna. Già grande col 200-600, la differenza si accentua col 400-800: quest’ultimo è un po' meno largo, ma si prende ben 8cm in lunghezza. Col peso poi vi è un divario enorme, tra 300/2.8 e 400-800, soprattutto nell’uso a mano libera. Un chilo di differenza, che sulle braccia, a lungo, diventa come sorreggere un’incudine. Si fa presto ad abituarsi al meglio. Il 300/2.8 però non arriva a 800mm, ma solo a 600mm, duplicato. Comunque 2.5kg sono un ottimo valore per un obiettivo che arriva a 800mm f8.

5. Eccezionale risoluzione

Frase impegnativa, da parte di Sony. Ma credibile, alla luce delle testimonianze di chi l’ha provato e delle immagini mostrate. E anche perchè un grande marchio difficilmente rischia di perdere la faccia con affermazioni slegate dalla realtà. Come già visto, l’obiettivo consta di un numero elevatissimo di lenti, 27, distribuite in 19 gruppi. Di queste 27 lenti, ben 6 sono di tipo ED (extra low dispersion, a bassissima dispersione) a garanzia di eccellente nitidezza e controllo delle aberrazioni cromatiche. Poi, c’è sempre l’effetto af. Con le macchine di nuova generazione, la maf è talmente precisa che costituisce di per sé un miglioramento della resa finale, come un incremento di qualità ottica.

L'eccezionale schema ottico, con 27 lenti. Di queste, ben 6 sono di tipo ED (extra low dispersion), a garanzia di eccezionale nitidezza e controllo delle aberrazioni cromatiche
6. Sei lenti ED a dispersione extra bassa per il controllo dell'ac

Lo schema ottico è molto complesso. 27 lenti, di cui, sottolineiamo, ben sei a bassissima dispersione, un numero veramente elevato di lenti speciali. Queste lenti ED sono utili per controllare efficacemente le aberrazioni cromatiche tipiche delle lunghe focali, tanto più se zoom. Anche luci parassite e immagini fantasma, che comunque degradano l’immagine, sono eliminate. Per quelli che lamentassero l’assenza di lenti in fluorite, ricordo che il campione di nitidezza della Sony, il succitato Sony FE 300mm f/2.8 GM OSS, raggiunge le massime prestazioni ottiche del marchio con tre lenti Super ED e una ED, dunque senza alcuna lente in fluorite.

A sx diaframmi perfettamente circolari, per ottimi bokeh a sfera. A dx un diaframma tradizionale, che produrrà in certe situazioni riflessi esagonali, e comunque un bokeh un po' più duro rispetto a un diaframma circolare
7. Bokeh naturale su tutta la gamma zoom

Più tester hanno detto questa cosa, e dalle immagini (quelle buone) in circolazione è effettivamente possibile osservarlo. Questo netto miglioramento nel contributo dello sfocato è ottenuto, oltre che dal particolare schema ottico, anche grazie all'apertura circolare a 11 lamelle. Non solo il numero delle lamelle presenti è elevato, ben 11 appunto, ma le stesse hanno un particolare profilo incurvato. Ciò che consente di creare aperture di diaframma perfettamente circolari e ottimi effetti bokeh con sfondo molto fluido in generale, soprattutto in scatti con profondità di campo ridotta, ossia, nel nostro caso, alla massima apertura (f8) e con soggetti vicini. Alcuni chiamano questo effetto “bokeh a sfera”, con motivi sfocati più che tondeggianti, sferici, che donano maggiore gradevolezza alle zone fuori fuoco.

8. Minima distanza di maf: 1.7m a 400mm e 3.5m a 800mm

Ottimi valori, non il top assoluto, come certi zoom che arrivano al rapporto d’ingrandimento 1:2, ma molto buoni, capaci di consentire la ripresa di soggetti molto piccoli, come uccelletti, con elevato ingrandimento.

Il blocco coi due motori lineari e, al loro interno, il piccolo gruppetto di lenti che traslando velocissimo determina la corretta messa a fuoco.
9. AF con due motori lineari (e maf interna)

La messa a fuoco avviene internamente con un piccolissimo gruppetto di lenti, guidato da due motori lineari di ultimissima generazione. Ne risulta un af ultra rapido e accuratissimo. Macchine come a1 e a9III, che ricalcolano l’af 120 volte al secondo, per tradurre in realtà tutti questi conteggi hanno bisogno motori con risposta fulminea e adeguati controllo e finezza di regolazione. Il soggetto viene continuamente tracciato anche alla velocità massima di 120 fps della Sony α9 III e anche con l'uso dello zoom. È possibile utilizzare il limitatore della gamma di messa a fuoco su tre zone: FULL / 10 m-NEAR / ∞-8 m, ottimizzando così il funzionamento alle diverse distanze dei soggetti.

10. Minimo focus breathing per video

“Focus breathing” è il fenomeno che si presenta come un’apparente variazione della lunghezza focale di un obiettivo (dunque dell’ingrandimento dei soggetti) nel momento in cui variamo la distanza di fuoco. Si può verificare sia con ottiche zoom sia con lenti fisse. In pratica come se insieme alla messa a fuoco venisse azionato anche lo zoom. Avviene perché la lunghezza focale nominale di un’ottica (quella stampata sul barilotto) è realistica solo quando la focheggiatura è impostata su infinito (∞). Al variare della distanza della messa a fuoco tale lunghezza può non rimanere costante e questa variazione può essere minima o accentuata. Nel 400-800 questo fenomeno viene eliminato completamente per offrire un'elevata qualità dei filmati.

Pertanto nelle riprese l’af risulta fluido e preciso e insieme al funzionamento completamente silenzioso espande la gamma di applicazioni video possibili.

Lo zoom interno è un altro elemento altamente professionale presente in questo obiettivo. Che oltre a tutti i vantaggi legati alla stabilità e all'equilibrio costante, aggiunge una maggiore resistenza agli agenti atmosferici, garantita dalla presenza di guarnizioni di tenuta. Questo conferisce massima affidabilità nelle riprese all'aperto e in condizioni ambientali avverse.
11. Zoom interno

Altro elemento che contribuisce a conferire un comportamento professionale a questa ottica. La variazione di focale avviene con lo spostamento di un gruppo di lenti, all’interno dell’obiettivo. Che non cambia mai lunghezza fisica risultando così costantemente bilanciato. Il corpo mantiene forma e dimensioni costanti. Ciò che, insieme alle apposite guarnizioni, evita innanzitutto l’entrata di polveri e umidità ogni volta che si aziona lo zoom. Lo zoom interno poi favorisce la massima stabilità nel brandeggio. Non variando mai la lunghezza dell'obiettivo, praticamente non cambia neanche il centro di gravità del complesso, che resta all'interno di un intervallo ridotto in tutto il range di maf, e consente di maneggiare l'obiettivo in modo stabile. Facilitato il tracciamento preciso anche durante la zoomata

Questo tipo di costruzione poi conferisce maggiore robustezza e durabilità nel tempo, oltre che la massima affidabilità nelle riprese all'aperto. Unico svantaggio, le dimensioni rimangono fisse, dunque l’ingombro è sempre lo stesso, e non diminuisce a riposo. Insomma, grazie allo zoom interno il controllo e l'affidabilità sono di un altro livello. La fluidità della zoomata risulta massima, ed è possibile effettuarla in tutta leggerezza con due sole dita in maniera rapidissima. Diversamente dagli zoom esterni, più piccoli alla minima focale ma lenti e impegnativi nella zoomata, dovendo ogni volta spostare un pesante barilotto pieno di lenti. Gli zoom esterni risultano inoltre esposti all’infiltrazione di polveri e umidità e meno robusti e durevoli nel tempo.

12. Stabilizzazione ottica SteadyShot

Con apposito selettore di modalità, l'obiettivo può essere utilizzato a mano libera senza sfocatura da vibrazioni. Due motori compatti ed efficienti operano con estrema efficacia un effetto stabilizzante sull'intero obiettivo e in sinergia col sensore di immagine nel corpo macchina. I motori imprimono movimenti verticali e orizzontali, correggendo le vibrazioni della fotocamera sugli assi di rollio e beccheggio, insieme a un sofisticato algoritmo che compensa le sfocature sull'asse di imbardata. L’altro sistema di stabilizzazione che agisce direttamente sul sensore immagine all’interno della fotocamera, completa l’opera a regola d’arte.

13. Paraluce a baionetta

Diversamente da quello, anch’esso a baionetta, del 200-600, il paraluce è qui realizzato con blocco a pulsante, che ne rende l’uso più sicuro ed efficace. Presente anche finestrella di accesso al filtro del paraluce, ad esempio per ruotare un eventuale polarizzatore.

Comandi fisici. Come un vero supertele che si rispetti, sull'obiettivo sono presenti i comandi per svariate funzioni. Da sx la ghiera per la variazione di focale. Notare il range di focali presente, da 400 a 800, raggruppate in un angolo di rotazione minimo. Non solo la zoomata è rapidissima per il fatto di essere interna. Anche la rotazione necessaria da un estremo all'altro è ridottissima. A favore di una velocità di zoomata senza pari, eseguibile anche mentre il soggetto è in movimento. Accanto, il pulsante per la memorizzazione della maf. Una volta regolata la messa a fuoco a una determinata distanza, tre pulsanti di blocco, uno ogni 90°, consentono la sua memorizzazione istantanea. Funzionalità diverse dal blocco della messa a fuoco possono essere assegnate ai pulsanti in base alle proprie esigenze. A dx, blocco della rotazione del corpo e attacco per cinghie. Accanto, tutti i comandi necessari per regolare l'af e la tipologia di stabilizzazione prescelta.
14. Comandi fisici

Diversamente dalla piega presa dalla concorrenza di limitare al massimo i comandi fisici presenti sull’obiettivo, qui la dotazione è totale, come nei supertele fissi di alta gamma, a favore di completezza e rapidità di esecuzione, anche nel caso di riprese dinamiche.

15. Compatibilità moltiplicatori di focale

Totale la compatibilità con gli extender, senza alcuna limitazione. Dai test effettuati sembra che i risultati con l’1.4x siano molto buoni, discreti col 2x. Tuttavia acquisterò questo obiettivo proprio per evitare di usare aggiuntivi ottici, dunque non credo ne farò uso, se non molto sporadicamente. Comunque la compatibilità è garantita in maniera totale. Si può così disporre di un 1120mm f11 con 1.4x, e di un 1600 f16 con 2x.

Confronto tra 200-600 (sotto) e 400-800 (sopra). Minime le differenze visibili, com'è facile constatare. Le differenze, molto consistenti, sono tutte all'interno
16. Rispetto al glorioso 200-600

È un sostanzioso aggiornamento di questo già bellissimo obiettivo. Ogni elemento è stato evoluto, in certi casi anche moltissimo. Il prezzo è notevolmente aumentato. Ma non raddoppiato, come si dice in ambito avverso. Il solito giochino di confrontare il prezzo di un prodotto dopo 6 anni di vendite con quello di un altro che ancora deve uscire. All’uscita, abbiamo pagato il 200-600 1850€ in negozio fisico, dunque prezzato al massimo e con tutte le garanzie ufficiali. Adesso è prezzato ovunque 3000€, ma si può trovare, disponibilità permettendo in questa primissima fase, a 2700€, sempre in negozio fisico e con tutte le garanzie ufficiali. Dunque il 400-800 viene circa il 50% in più del 200-600, a parità di condizioni. Ma se teniamo conto del prezzo quasi simbolico del 200-600, i 3k€ ufficiali del 400-800 non sono poi tanti. Soprattutto se rapportati a ottiche paragonabili del passato o della concorrenza. In realtà, con la focale maggiorata, l’aggiornamento, i miglioramenti presenti, dopo ben 6 anni, trovo questo prezzo del tutto paragonabile a quello del best seller 200-600 all’uscita.

17. A chi è rivolto il SONY FE 400-800mm F6.3-8 G OSS

Chiaramente, non a chi già ha avuto problemi a gestire ottiche di lunga focale, men che meno a chi li ha avuti col 200-600, in quanto le caratteristiche di quest’ultimo saranno ancora più accentuate nel 400-800. La (relativa) leggerezza, la portabilità, il costo abbordabile di queste ottiche, se non si ha abbastanza esperienza, possono trarre notevolmente in inganno. Un tempo focali di questo tipo erano molto più impegnative, grandi, pesanti e costosissime. Per questo finivano quasi sempre nella disponibilità di fotografi esperti e abituati al loro uso. In realtà già i 500-600mm, fino soprattutto alla focale massima di 800mm, possono dare non pochi problemi ai neofiti. Si tratta in quest’ultimo caso di ben 16 ingrandimenti, e conviene arrivare per gradi a gestire simili colossi.

Dunque il 400-800 sarà utile in molte situazioni. Da alcune tipologie di sport, ad esempio quelli nautici, in cui non ci si può avvicinare all’azione, e che si svolgono all’aperto in situazioni di illuminazione ottimale. E comunque tutti quelli che si svolgono all’aperto. Riprese aeree, sport motoristici, equestri, atletica, etc. E poi la situazione regina, per noi appassionati, la fotografia di avifauna in generale, ma soprattutto in volo, la cosiddetta bif. Mi riservo di testarlo a lungo appena mi sarà possibile. Ma se l’esperienza di decenni conta qualcosa, dopo aver avuto e usato supertele di ogni genere e tipo, tra cui molti Sony, mi sento di affermare che sulla carta questo zoom è il compromesso perfetto per la fotografia di uccelli in condizioni di illuminazione adeguate. Per dimensioni, peso, struttura, qualità ottica, funzionalità, e infine un prezzo non esagerato.

18. Conclusioni

D’altra parte, dopo 6 anni, pensare che si sarebbe trattato della semplice riproposizione di un 200-600 un po’ allungato e basta (di 200mm, da 200 a 400 e da 600 a 800), forse non era tanto generoso alla luce di quanto fatto vedere da Sony in questi ultimi anni. Il fatto è che il 200-600 già era, ed è ancora, un ottimo supertele zoom, sia per resa che per costruzione e funzionamento, sicuramente il migliore della categoria. Lo possediamo da 6 anni e non ha fatto altro che funzionare alla perfezione, ossia sfornare raffiche di immagini sempre ottime. E dunque un miglioramento significa la realizzazione di un’ottica con caratteristiche e prestazioni veramente superiori in ogni comparto, come stanno testimoniando tutti quelli che, in possesso di sufficiente competenza, lo stanno testando.

Alla fine molto probabilmente, ancora una volta, avrà ragione Sony, si tratterà di un altro best seller di gran successo.

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Fin dagli anni 70, ho vissuto la fotografia in silenzio e solitudine, come ricerca personale. Ora ho modo di condividerla con mio figlio e tanti amici, il modo migliore per praticarla